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MARKETING DEL VINO

Dal prodotto al consumatore con il digitale

Vinitaly Special Edition

Si è conclusa da qualche giorno Vinitaly Special Edition edizione straordinaria della fiera del vino, tenutasi nella sede di Veronafiere in formato speciale, in attesa di tornare al consueto appuntamento di Aprile nel 2022.

Durante la pandemia la comunicazione del vino ha registrato nuovi orientamenti, segnale che il settore non è rimasto fermo di fronte alle conseguenze di una crisi globale. Le aziende hanno concentrato le azioni sul prodotto e sul consumatore, cercando di avvicinarsi più possibile e superare le limitazioni imposte dal lockdown.

Il punto di contatto tra prodotto e consumatore finale prima dell’era Covid avveniva principalmente attraverso degli intermediari come per esempio i ristoratori e le gdo, oggi la tendenza è quella di porre al centro di ogni strategia il prodotto vino per avvicinarlo in modo diretto al fruitore.
Nei primi mesi del 2021 l’export del settore è cresciuto del 15% rispetto all’anno precedente, registrando i numeri più interessanti in Europa (Nord Europa, Germania e Francia in testa), Russia, Stati Uniti e Canada e punta ad un fatturato complessivo di oltre 7 miliardi di euro. Anche il mercato interno, grazie alle riaperture del settore Ho.re.ca sta registrando una crescita e un ritorno ai valori pre lockdown.

Biologico e Organic Wine

Dal Vinitaly Special Edition è emerso un grande interesse da parte degli operatori per il biologico e l’organic wine. Le aree e gli stand dedicati a questi prodotti hanno registrato la maggiore affluenza, un segnale per l’intero settore che dovrà continuare a implementare azioni mirate alla sostenibilità, al green, alla biodiversità.
Il focus sul prodotto è la base da cui le cantine italiane possono proseguire con lo sviluppo strategico. L’Italia è il Paese con il maggior numero di varietà di vigneti al mondo, e questo è un elemento culturale da comunicare ai consumatori, non solo esteri ma anche italiani, che devono percepire la reale qualità in fase di scelta di acquisto. Durante il lockdown c’è stata una vera esplosione dei vitigni autoctoni, un segnale che ora c’è molta più attenzione per l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla storia dell’uva e del territorio passando per il metodo di produzione.
La Francia detiene il primato dell’export mondiale, e resta per i produttori italiani il player principale da raggiungere. Il divario da colmare determinato dalla quantità di fatturato è da imputare al valore attribuito al vino francese. Da sempre esiste un gap ideologico che identifica in modo automatico nella mente del consumatore il vino francese come pregiato grazie a un posizionamento di prezzo in una fascia più alta.
Negli ultimi anni molto è stato fatto per aumentare il prezzo del vino italiano, il divario può essere colmato con strategie di comunicazione che valorizzino il nostro prodotto e consentano così di posizionarlo in una fascia prezzo più elevata.

Il marketing a sostegno del vino

Una cantina, sia essa di piccole o di grandi dimensioni, ha un’enorme varietà di storie da raccontare: il racconto della sua fondazione, spesso legata a tradizioni familiari può generare un enorme potenziale emotivo, come l’illustrazione delle modalità di lavorazione, mostrare l’impegno, il sacrificio e la passione impiegata ogni giorno dai dipendenti per soddisfare le esigenze e i bisogni dei propri clienti.
Raccontare la propria storia e la propria diversità attraverso il digitale offre alla cantina la possibilità di raggiungere un target di pubblico molto ampio. Il digitale si affianca alle relazioni fisiche e le sostiene, ma non le sostituisce.
Si può creare così un’esperienza sensoriale unica per il consumatore, che è prima di tutto persona, con emozioni e sentimenti, che va coinvolta e conquistata.
La base è la costruzione di una brand identity unica intorno all’azienda e ai suoi prodotti, che si differenzia enfatizzando i valori legati al rispetto dell’ambiente, alla sostenibilità e alla responsabilità sociale.
Una forte brand identity può essere esportata nei mercati da una strategia multicanale, offline e online, che vede nelle fiere un capo saldo e nell’ecommerce un punto di sviluppo. La fiera fisica ha necessità di continuare a esistere innovandosi grazie ad appuntamenti digitali, nuovi format, ed eventi nell’evento come il fuori salone per coinvolgere il territorio. Il canale di vendita online per molte realtà esiste già da una decina di anni, ma rappresenta una percentuale molto bassa del fatturato. La gestione dell’e-commerce deve essere sostenuta da azioni che lo alimentino e conducano ad un aumento delle vendite all’estero e nel territorio nazionale.

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